Liverpool v. Roma
Litmanen batte il rigore dell'1 a 0

Liverpool v. Roma 2-0

Ci sono notti in cui è Anfield stesso a decidere il risultato di una partita. Non conta l’undici che scende in campo con la maglia del Liverpool o quello avversario. Non cambia nulla se siamo ad un terzo turno di Fa Cup od al secondo di Champions League. A volte si crea quella particolare alchimia, quella simbiosi tra i tifosi e la squadra che rende tutto possibile ed il risultato si decide appena le formazioni entrano in campo. Quando i calciatori escono fuori dal tunnel degli spogliatoi, d’improvviso il boato della Kop coinvolge tutti coloro che vestono la maglia rossa, dando una carica che gli consentirà di correre più dell’avversario, metterci più energia in ogni tackle, più velocità quando si tratta di arrivare sul pallone. In quelle notti chi gioca contro il Liverpool si trova sperduto, si sente solo ed impotente, non può nulla contro quella forza imponente chiamata Kop.

È ciò che accadde alla Roma nella notte del 19 marzo 2002, quando ad Anfield poteva accontentarsi anche di un solo punto per passare la seconda fase a gironi della Champions e raggiungere i quarti di finale. I Reds al contrario, avevano bisogno dei tre punti, soltanto una vittoria poteva mandarli avanti. Ma quella notte è accaduto qualcosa di speciale, la Kop ha regalato il proprio cuore all’allenatore che aveva riportato il Liverpool tra le grandi, Gerard Houllier. L’allenatore francese dopo aver riportato i Reds a vincere in Europa – ma non solo, dal momento che nel 2001 arrivarono Fa Cup, League Cup, Uefa Cup, European Supercup e Charity Shield – aveva costruito una squadra per vincere il titolo nella stagione 2001-2002. Purtroppo però il 13 ottobre 2001, Houllier si sentì male al termine del primo tempo tra Liverpool e Leeds, venne operato d’urgenza al cuore e sostituito da Phil Thompson. I Reds fecero comunque degli ottimi risultati, dimostrazione che la squadra era stata costruita bene, e per mesi si trovarono anche in testa alla Premier prima di cedere il passo all’Arsenal.

In Champions Owen e compagni si trovavano in un girone ostico con la Roma campione d’Italia, il Barcellona e il Galatasaray. All’ultima giornata, per passare il turno serviva una vittoria contro gli italiani di Capello, che soltanto poche settimane prima avevano sepolto con un secco 3-0 i catalani e aveva il miglior Totti in carriera, Batistuta, Cassano, Montella, Emerson, Samuel, Panucci , Candela e tanti altri campioni. Forse, insieme a quella dell’84, la miglior Roma di sempre. Ma quel 19 marzo accadde qualcosa di speciale: sulla panchina dei Reds tornò Houllier. Anfield lo accolse col calore che meritava, un uomo capace di ispirare affetto soltanto a guardarlo. Lui, chiaramente emozionato, accennò quasi un sorriso, ma faticò a rispondere. Troppo forte l’emozione di quel momento, sommata alla tensione per una partita importante, per il suo cuore non ancora al meglio.

CRONACA: I Reds si presentano con un 4-4-2: Dudek; Abel Xavier, Hyypia, Henchoz, Carragher; Smicer, Murphy, Gerrard, Riise; Litmanen, Heskey. La spinta della Kop è vento per le vele del Liverpool che schiaccia una Roma che sembra spaesata sin dai primi minuti. Dopo un’azione manovrata Smicer fa partire un tiro forte e teso, ma Antonioli devia in angolo. Sul corner battuto da Riise, la palla termina a Murphy che viene steso in area da Assuncao: è rigore! Sul dischetto si presenta Litmanen, che spiazza con facilità il portiere romanista, è già 1-0, è qualificazione. Ma mancano ancora ottanta minuti, una vita e di fronte c’è una delle squadre più forti d’Europa in quella stagione. Ma caricati dai tifosi i Reds non si fermano, spingono ancora, Antonioli vede arrivare tiri da tutte le parti e fatica a non far capitolare ancora la porta romanista. Gerrard, Riise e Heskey, sfiorano il raddoppio, i calciatori del Liverpool sono delle belve che sentono il sangue della preda e vogliono finirla. Nella ripresa la Roma comincia a farsi vedere, evidentemente la sosta nello spogliatoio ha fatto bene ai giallorossi. Totti sfiora il pareggio ad inizio secondo tempo, ma i Reds prendono nuovamente in mano il gioco. Riise rischia di raddoppiare, poi al 63’ Litmanen come un folletto sfugge alla difesa romanista e si guadagna una punizione sulla sinistra. Murphy pennella un pallone perfetto, Heskey salta, vola in aria e batte di testa Antonioli. 2-0, l’impresa è compiuta, l’ennesima della storia del Liverpool.

Oggi, una maglia ricordo di quella partita è lì, appesa negli spogliatoi, per non dimenticare quando Anfield urlò per novanta minuti, non per un match di coppa, ma come gratitudine nei confronti di un uomo che ai Reds ha dato tanto, tutto, quasi la vita.

P.S.: Per noi italiani una nota a margine. Chi non avendo il satellite fu costretto ad ascoltare il match su RadioRai perse una buona parte del secondo tempo. La partita venne interrotta per alcuni minuti, per un’edizione speciale del Giornale Radio nella quale si annunciava la morte del giuslavorista Marco Biagi.
 

Phil Neal
 
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