David Fairclough
La storia di David Fairclough è piuttosto singolare, in quanto questo giocatore, che è stato un grande protagonista della storia gloriosa del Liverpool, in realtà ha giocato pochissimo ed è stato la classica “riserva di lusso”, come testimonia in modo eloquente il suo soprannome “Supersub”, cioè la super riserva. Non sono moltissimi i calciatori che pur essendo stati dei panchinari per tutta la vita hanno lasciato un segno indelebile nella storia di un club, ma soprattutto nel cuore della tifoseria.
Nei tempi un po’ più recenti vi sono stati giocatori dal destino simile come: Daniele Massaro, che era sempre puntualissimo nei suoi appuntamenti con il goal, Solskjaer che ha dato tante soddisfazioni al Manchester United ed ultimissimo, Julio Cruz che segnava quasi sistematicamente quando entrava a partita iniziata.
Tornando a David, possiamo quindi ribadire che il suo soprannome “Supersub” dice tutto e riassume la sua carriera meglio di qualsiasi racconto o cronaca. C’è da dire, però, che in quegli anni essere una riserva era diverso rispetto ad oggi, perché le squadre avevano una rosa più ristretta, che permetteva ai non titolari di sentirsi parte integrante del team, contrariamente a quanto accade nel calcio moderno, dove ci sono club che hanno 20 giocatori in panchina, 30 in tribuna, 10 fuori rosa e magari altri 50 in prestito a squadre minori.
David “Supersub” Fairclough è un altro “figlio di Liverpool”, nato il 5 Gennaio del 1957, che esordisce giovanissimo il 1 Novembre del 1975 contro il Middlesbrough. Dopo appena tre giorni David va a segno nel match di Coppa UEFA contro la Real Sociedad che viene letteralmente travolta dai Reds con un sonoro 6-0. Già nella sua prima stagione Supersub ha dato forti segnali del suo proverbiale fiuto del goal, mettendo a segno 7 gol in appena 14 partite. Le partite di coppa, però, sono momenti scritti nel libro del destino di Fairclough, infatti nel 1977, cioè soltanto due anni dopo, egli vive quella che probabilmente è stata la notte più magica ed entusiasmante della sua carriera, cioè la storica partita dei quarti di finale contro la fortissima compagine francese del S. Etienne. Dopo una gara tiratissima, sofferta ed emozionante, Fairclough entra a pochi minuti dalla fine al posto di Toshack con il Liverpool che ha assolutamente bisogno di un altro goal per ottenere la qualificazione al turno successivo.
David, l’uomo dai capelli rossi, indossa la maglia rossa numero 12, un numero che sembra quasi voler ribadire che dopo gli undici titolari, il primo delle riserve è proprio lui, il grande David, colui che una volta Keagan definì “l’arma segreta”. L’arma anche in quest’occasione non si inceppa, infatti a sei minuti dal fischio finale David insacca il gol della qualificazione facendo letteralmente esplodere Anfield, il cui grido, come fu scritto il giorno dopo, si sentì a chilometri di distanza! Quella celebre sfida, quella magica serata, che poi consentirà al Liverpool di vincere il trofeo, è ricordata da tutti i tifosi dei Reds come una delle più esaltanti dell’intera storia del club.
Nonostante in quell’occasione non si sia alzato al cielo alcun trofeo, perché eravamo ancora ai quarti di finale, quella gara è entrata nella storia, nel cuore di ogni tifoso, a dimostrazione che il calcio è un qualcosa che va al di là del semplice risultato, perché genera passioni, sensazioni non sempre razionalmente spiegabili e ciò costituisce il segreto mai svelato del suo eterno fascino che ha sempre ammaliato le folle dei supporters di tutto il mondo.
La fortuna sembra sorridere a David che l’anno dopo gioca anche, e questa volta dall’inizio, la storica finale di Coppa dei Campioni vinta contro il Bruges, che consente ai Reds di salire sul tetto d’Europa e di entrare a pieno titolo nella storia. L’anno si chiude per Fairclough con 10 goal in 29 presenze, un’ottima media, anche se un’unica nota stonata verrà a“disturbare” il Liverpool, il Nottingham Forest, una vera e propria outsider che interromperà i successi Reds in campionato, anche se già l’anno seguente (1979) i nostri andranno a riprendersi il campionato e Fairclough segnerà 5 gol in 14 partite, un gol ogni tre gare. Ancora una volta una gran bella media che sarà mantenuta fino alla fine della sua carriera ad Anfield che si concluderà con 154 presenze, 54 goal, media leggermente superiore ad un gol ogni tre gare. Tra questi goal dobbiamo ricordare anche l’unica tripletta della sua carriera nel 1980 nella gara vinta per 5-3 sul Norwich ed un gran gol segnato nel derby della Merseyside contro l’Everton.
Purtroppo, però, la stagione 1980-1981 è la più sfortunata della sua carriera ed è l’inizio della fine: un grave infortunio a Febbraio ferma David per moltissimo tempo, fino all’ottobre del 1982.
A ciò si aggiunge che nel frattempo è letteralmente esploso un altro attaccante, un certo Ian Rush. Il centravanti gallese, pur non essendo tecnicamente un fenomeno, ha un fiuto del goal straordinario, da vero e proprio killer dell’area di rigore, come dimostrano i suoi spaventosi numeri che parlano da soli: 208 reti in sei stagioni, dal 1981-82 al 1986-87. A questo punto la storia di David Fairclough, che negli anni precedenti era stato “chiuso” da Toshack, Johnson, Keagan e Dalglish, è giunta al capolinea e David, le cui caratteristiche erano sempre state il ritmo e l’imprevedibilità, nel 1983 lascia definitivamente il Liverpool dopo aver vinto praticamente tutto: sei campionati (76,77, 79, 80, 82, 83), cinque Charity Shields (1976, 1977, 1979, 1980, 1982), tre coppe di lega (1981, 1982, 1983), tre coppe dei campioni (1977, 1978, 1981), una coppa UEFA (1976) ed una supercoppa (1977).
Desideroso di giocare finalmente da titolare, Fairclough inizia a fare il girovago in varie squadre: Toronto, Lucerna, Norwich, Oldham, Tranmere, Beveren (tre anni), per poi chiudere la sua carriera a Wigan. Dopo il ritiro Fairclough, che purtroppo nell’Ottobre 2010 è stato ricoverato per un problema cardiaco fortunatamente superato, ha continuato ad occuparsi e ad interessarsi a tempo pieno del suo Liverpool. David cura attualmente la rubrica settimanale della gazzetta “Liverpool Football Club”. |