1965: La prima FA Cup vinta
Per 73 anni, l’FA Cup rimase un’assente di lusso nell’albo d’oro del Liverpool Football Club. Tra il 1892 ed il 1965 la sala dei trofei di Anfield accolse l’arrivo di ben sei titoli di First Division. Eppure i Reds non ottennero altro che sofferenza e frustrazione nella loro ricerca del successo in quella che è la più grande competizione ad eliminazione diretta in tutto il mondo.
Tutto cambiò nell’indimenticabile pomeriggio del primo maggio del 1965, un giorno che sarà per sempre ricordato come il più grande nella storia del club. Fu un giorno che molti tifosi pensavano che non avrebbero mai potuto vedere. Anno dopo anno vedevano impantanarsi le aspirazioni di coppa del Liverpool, che fosse al primo od all’ultimo ostacolo, e qualcuno credeva davvero che vi fosse un mistico malocchio a bloccare il cammino dei Reds verso la gloria in FA Cup. Si arrivò perfino a scherzarci su, dicendo che i mitici Liver Birds sarebbero volati via dal loro trespolo il giorno in cui una squadra di Liverpool avesse portato a casa l’FA Cup, tale era la convinzione che i Reds non avrebbero mai aggiunto il loro nome all’albo d’oro della FA Cup.
Ma, agli albori dell’FA Cup del 1965, intorno ad Anfield c’era una sensazione di pacato ottimismo che quello potesse finalmente essere l’anno del Liverpool nella competizione così disperatamente anelata. Dopotutto i Reds erano gli incontrastati campioni del campionato e, sotto la grande guida del grande Bill Shankly, tutto sembrava possibile.
Ron Yeats (giocatore e capitano del LFC 1961-71): “Il desiderio di vincere la coppa per la prima volta pervadeva tutto il club. Intorno al 1964-65 eravamo una squadra molto fiduciosa e molto esperta. Fin da prima del terzo turno avevo la sensazione che quell'anno avremmo finalmente vinto la coppa.”
Ian St John (giocatore del LFC 1961-71): “Sapevamo che eravamo abbastanza bravi per vincere la coppa. Suppongo che ogni giocatore pensi fin dall’inizio della competizione che la sua squadra può vincere la coppa, ma io credevo veramente che potessimo vincerla quell'anno.”
Una vittoria per 2-1 contro i parigrado del West Brom vide i Reds aggirare in sicurezza il primo ostacolo ed il sorteggio per il quarto turno non avrebbe potuto essere più benevolo per il Liverpool: uno scontro in casa contro lo Stockport County, fanalino di coda dell’intera Football League. Il passaggio al quinto turno sembrava una pura formalità, tanto che il manager Bill Shankly decise di perdersi il match per andare in Germania a spiare l’FC Colonia, imminente avversaria del Liverpool in Europa. Fu la prima partita della squadra maggiore a cui non assistette da quando aveva ricevuto l’incarico di manager del Liverpool, ma avrebbe voluto essere lì quando i pesciolini di Manchester arrivarono ad un passo da uno dei più grandi shock di sempre nella storia dell’FA Cup: alla fine un goal al 51’ di Gordon Milne tirò fuori dai guai il Liverpool, sotto dal 18’.
Ron Yeats: “Forse avevamo sottovalutato lo Stockport, eravamo stati davvero fortunati ad ottenere un pareggio.”
Con Shanks tornato al timone, quattro giorni dopo il Liverpool non commise lo stesso errore una seconda volta ed il sogno dello Stockport si infranse quando Hunt portò i Reds avanti a sei minuti dall’intervallo. Il secondo tempo fu una passeggiata per il Liverpool e Hunt ribadì il passaggio dei suoi al quinto turno con un goal a pochi minuti dal termine.
Arrivò un intrigante scontro con il Bolton Wanderers, in vetta alla Second Division: l’interesse nei confronti del match era immenso e quasi 60.000 spettatori gremirono Burnden Park per vedere un colpo di testa finale di Ian Callaghan risolvere una situazione duramente combattuta.
Ian Callaghan (giocatore del LFC 1960-78): “Sapevo che non mancava molto alla fine. Arrivò un gran cross di Peter Thompson dritto sulla mia testa e riuscii a metterla dentro. Per me già segnare era quasi un’impresa, figuriamoci di testa!”
Lo spauracchio Leicester City attendeva il Liverpool ai quarti. Di tutte le squadre rimaste in gara il Leicester City era l’unico che la maggior parte dei giocatori e dei tifosi del Liverpool avrebbero voluto evitare, ma un buon pareggio a reti inviolate a Filbert Street accrebbe la già crescente convinzione che il nome dei Reds era sulla coppa.
Con il vantaggio di giocare in casa il replay ed il sostegno del pubblico di Anfield, pieno di passione, il Liverpool sconfisse lo spauracchio Leicester una volta per tutte grazie ad uno spettacolare goal di Roger Hunt.
Bill Shankly: “La palla piovve giù dal cielo e lui la frantumò con il sinistro.”
Roger Hunt (giocatore del LFC 1959-69): “Data l’importanza dell’occasione, ai quarti e contro Gordon Banks, fu un goal da ricordare. Calciai al volo e la palla entrò.”
La stagione era in crescendo e, soli tre giorni dopo aver vinto con un grande dispendio di energie il quarto di finale della Coppa dei Campioni contro il Colonia a Rotterdam, i Reds viaggiarono alla volta del Villa Park per affrontare il Chelsea favorito in semifinale di FA Cup.
Il pronostico era tutto a favore della giovane squadra di Tommy Docherty, ma il Liverpool si rese protagonista di una delle sue migliori performance, prenotando così un biglietto per Wembley. Per un’ora di gioco le due squadre si equivalsero e ci volle un pezzo di bravura di Peter Thompson per sbloccare la situazione.
Peter Thompson (giocatore del LFC 1963-74): “Il primo goal sarebbe sempre stato il più importante e fortunatamente toccò a me. Toccai di interno, superai il terzino, corsi verso la porta e tirai dal limite dell’area di rigore. Quando vidi la palla finire alle spalle del loro portiere ed andare oltre il primo palo fui l’uomo più felice d’Inghilterra.”
Un rigore di Willie Stevenson ad 11 minuti dalla fine assicurò al Liverpool la vittoria ed un mare di tifosi pazzi di gioia al fischio finale si riversò sul terreno di gioco del Villa Park per accalcarsi intorno ai loro eroi.
Solo il Leeds United ora stava tra il Liverpool Football Club ed il suo Santo Graal. Non sorprende che ogni tifoso dei Reds desiderasse ardentemente essere a Wembley il grande giorno, ed un’esigua attribuzione di soli 15.000 biglietti per club causò una frenetica caccia al biglietto. Giunsero richieste da tutto il mondo, ma Shanks dichiarò: “Tutti i biglietti che ho andranno ai ragazzi della Kop.”
Nonostante una così pietosa disponibilità di biglietti, i Kopites in trasferta si fecero sentire sotto le torri gemelle di Wembley e, in una grigia giornata nella capitale, illuminarono lo stadio con le loro bandiere bianche e rosse. Con un simile sostegno, il Liverpool non poteva perdere. “Vincerete perché siete i migliori,” disse Shankly ai suoi prima della partita, “per il Leeds è un onore essere in campo contro di voi. Inoltre, non deluderete i migliori tifosi del mondo. Se dovesse essere necessario, ma sono certo che non lo sarà, dovreste essere pronti a morire per loro.”
Solo il più sottile dei margini, 0.686 goal, aveva impedito al Leeds di prendere il posto del Liverpool come campione d’Inghilterra e, sotto l’abile guida di Don Revie e la leadership dell’ex stella dell’Everton Bobby Collins, gli uomini dello Yorkshire erano senza ombra di dubbio una forza di tutto rispetto. Tuttavia, con il grande incitamento del mister nelle orecchie, i giocatori del Liverpool calcarono il palcoscenico di Wembley con una fiducia che arrivava alle stelle.
Ron Yeats: “Sapevo che avremmo vinto la coppa, il pensiero di essere battuti non mi passava nemmeno per la testa.”
Ci si aspettava una battaglia fisica e già 10 minuti dopo il calcio d’inizio Gerry Byrne fu vittima di un infortunio, ma strinse i denti, un atteggiamento che sarebbe diventato parte dello spirito del Liverpool.
Gerry Byrne (giocatore del LFC 1955-69): “Accadde in uno scontro con Bobby Collins. Lui mise il piede oltre la palla e mi girò le spalle. Non mi ero mai rotto una clavicola prima, quindi non mi resi subito conto della gravità del danno. L’idea di lasciare il campo non mi sfiorò nemmeno e giocai con il braccio che mi ciondolava immobile sul fianco.”
Fu un match pieno di fallacci, una brutta partita che non sarà ricordata come un classico. Nonostante le migliori intenzioni del Liverpool di attaccare, l’arcigna tattica difensiva degli uomini di Don Revie rese la partita noiosa e, dopo 90 minuti senza reti, si andò ai supplementari per la prima volta in una finale di FA Cup dal 1947.
Bill Shankly era orgoglioso del fatto che la sua squadra era considerata una delle più in forma, se non la più in forma in assoluto, e se ne ebbe la prova nei tempi supplementari. Nel giro di tre minuti la partita si accese.
Roger Hunt: “Willie Stevenson superò un paio di giocatori del Leeds, spinse il pallone in avanti mentre Gerry Byrne stava tagliando dalla sinistra, la palla arrivò a me, a circa un metro di altezza. Mi piegai e la colpii di testa. Forse ho segnato goal più spettacolari in carriera, ma a chi importa? Mi sentivo un gigante. Piansi per la gioia.”
I tifosi del Liverpool impazzirono di gioia e ci vollero quattro poliziotti per portare via dal campo un tifoso in estasi, anche se questi riuscì comunque a suonare la sua trombetta mentre lo portavano fuori. La gioia del Liverpool, però, era destinata a durare poco ed otto minuti dopo, di punto in bianco, il Leeds rispose con un tiro velenoso di Billy Bremner che pareggiò i conti. Con una doppia sfida in semifinale di Coppa dei Campioni contro l’Inter in vista, però, i Reds rifiutarono di accontentarsi di un pareggio. Al 111’ minuto si spinsero di nuovo avanti: Callaghan mise un cross sulla testa di un liberissimo Ian St John che, da una posizione centrale al limite dell’area piccola non sbagliò, con un colpo di testa in tuffo che si insaccò dolcemente in fondo alla porta di Gary Sprake.
Ian St John: “La porta sembrava grande come il tunnel del Mersey quando colpii di testa. E’ stato un gol importantissimo nella storia del club e ringrazio il cielo che c’ero proprio io alla fine della traiettoria di quel cross che mi permise di mettere la palla in rete.”
La lunga attesa era finita e, quando Ron Yeats finalmente sollevò il trofeo, i tifosi che quel giorno erano a Wembley giurarono di non aver mai sentito un boato più grande. “Ee-Aye-Addio - We won the cup”, urlarono i tifosi allo stadio in preda all’emozione di quel meraviglioso momento.
Bill Shankly: “Era incredibile pensare che un club come il Liverpool non aveva mai vinto la FA Cup. Tanti avevano pregato perché ciò avvenisse durante il corso degli anni, ma non era mai successo. Così, quando battemmo il Leeds a Wembley nel 1965, l'emozione fu indimenticabile. Uomini adulti piangevano e vedere quello che avevamo fatto era il sentimento più grande che un essere umano avrebbe potuto provare.”
Ron Yeats: “I tifosi dell’Everton avevano sempre preso in giro quelli del Liverpool per il fatto che il Liverpool non avesse mai vinto l’FA Cup e mi arrivarono un sacco di lettere dopo la finale, di gente che si congratulava con me, come capitano, per la nostra vittoria. Alcune lettere erano da parte dei tifosi più anziani, i quali scrissero che ora potevano morire in pace, dopo che il Liverpool aveva vinto l’FA Cup.”
Aver vinto la coppa per la prima volta significava molto. Fu un giorno indimenticabile, il più grande nella storia del club, ed i Liver Birds sono ancora seduti sulla cima dei Liver Buildings. |